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TRE PIANI, difficili da salire

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Dopo tanto cinema “personale”, Nanni Moretti, sceglie per il suo ultimo film il libro dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. Un libro bellissimo, ambientato a Tel Aviv, in un palazzo, dove vivono famiglie e persone diverse, per estrazione e cultura, per età e professioni. Nel libro, e anche nel film, la storia coinvolge solo quattro famiglie, due al primo piano, una al secondo, e al piano nobile vive la famiglia di due giudici. Al primo piano vive una coppia con una bambina, lavorano entrambi, e sono spesso abbastanza impegnati. I dirimpettai, sono una coppia di anziani, che spesso badano alla bambina, quando i genitori hanno problemi sul lavoro. Lui, ha problemi di memoria, infatti la bambina dice ai genitori , che è “guasto”. Una sera l’anziano e la bambina, escono, per andare a prendere un gelato, ma non riescono a trovare la strada del ritorno. Immediatamente cominciano le ricerche, che hanno esito positivo. Il padre li trova in un boschetto, nel posto che la bambina frequentava col padre. L’anziano è smarrito, ha paura e ha la testa adagiata sulle gambe della bambina. Nonostante le assicurazioni di medici e psicologi, che quella sera nel bosco, non è successo nulla, il fatto lo segnerà per sempre.

Al secondo piano abita una donna con due figli , col marito che lavora sempre fuori, e che non c’è mai, infatti i vicini la chiamano “la vedova” Non è felice. Ha un’amica che vive in America, alla quale con lunghe mail racconta tutte le sue paure e le sue frustrazioni. L’apparizione del fratello del marito, un traffichino ricercato da polizia e clienti truffati, sconvolge la sua vita, già piena di problemi. Ha paura di impazzire come sua madre,ed è terrorizzata da uno strano uccello che vede in casa,

Al terzo piano, il piano nobile vive la vedova di un giudice, anche lei è un giudice. Un giorno trova una vecchia segreteria telefonica, col messaggio registrato con la voce del marito scomparso. Come in una sorta di gioco, comincia a lasciare tanti messaggi sulla segreteria. Attraverso questi messaggi veniamo conoscenza della loro vita. Sappiamo della tragedia che ha coinvolto il figlio, delle incomprensioni e dei caratteri completamente opposti di padre e figlio, e dello smisurato amore che la mamma aveva verso questo figlio, ma che si piega alla volontà del marito, e lo lascia al suo destino.

Questa è la storia del libro, che come dicevo è ambientata a Tel Aviv. Nanni Moretti la trasporta nel nostro paese, scappiamo che il film è stato girato a Roma, anche se non vediamo nessun segno di riconoscimento della capitale. L’ossatura del film ricalca ovviamente quella del libro, ma nella riscrittura di Moretti, si perdono molte cose. Intanto dilata il film aggiungendo situazioni completamente diverse, e che non aiutano il film, al contrario lo appesantiscono. Moretti ambienta la storia nel 2010, nel 2015 e nel 2020, aggiungendo alle storie risvolti non proprio azzeccati. Delle storie, l’unica che si “svolge”in anni diversi è quella dei due giudici. Ma mentre nel libro il racconto della storia lo seguiamo attraverso i racconti e i ricordi che la moglie, sotto forma di messaggi, lascia su una vecchia segreteria telefonica, nel film Moretti c’è lo mostra direttamente . E di conseguenza anche le altre storie seguono i 10 anni con risvolti poco interessanti. Tra gli interpreti, i migliori in assoluto sono Anna Bonaiuto e Paolo Graziosi che interpretano la coppia di anziani del primo piano. Brava come sempre Margherita Buy, mentre è totalmente sbagliata l’interpretazione del giudice di Nanni Moretti. Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher sempre gli stessi. Anche se ben diretto, anche il montaggio è ottimo, il risultato non è quello che ci si aspettava. Ieri eravamo in quattro al primo spettacolo, anche alle altre persone non è piaciuto, come sicuramente non piacerà a chi ha letto e amato il libro.

Salvatore Caracciolo
Salvatore Caracciolohttps://www.casacaracciolo.it
Un Blog a 70 anni? Chissà quante persone si faranno questa domanda. Chi si crede di essere, diranno altri. Che presuntuoso, diranno in coro alcuni. Tranquilli, dico a tutti, non racconterò nulla, e non dirò niente su tante cose, anche se ne avrei da raccontare su molti. Continua

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