FREAKS OUT. Dopo una lunga gestazione, finalmente arriva sugli schermi il nuovo film di Gabriele Mainetti

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Dopo il grande successo di Lo Chiamavano Jeeg Robot del 2015, ritorna Gabriele Mainetti, con il film Freaks Out presentato in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Leoncino d’Oro. Il film ha avuto una lunga gestazione, più volte annunciato, rimandato, poi è arrivato il Covid, è ora finalmente in sala. In sala è non su qualche piattaforma. C’era molta attesa, il trailer era intrigante e misterioso, della trama si sapeva poco, e poi ovviamente tutti aspettavano Mainetti al varco , soprattutto dopo il grande successo e i premi vinti dal precedente. Il film. A Venezia è stato accolto abbastanza tiepidamente, probabilmente perché è un film anomalo per un Festival come quello di Venezia, dove i film che vincono spesso non escono neache. Detto questo va detto che di anomalie il film ne ha più di una. Intanto, e questo lo trovo interessante, per il modo in cui è stato girato, è un film “poco italiano”, ha un respiro internazionale, anche se è italiano in tutto. Anche la durata è abbastanza anomala, 2ore e 21 minuti sono effettivamente troppi, penso che con mezz’ora di meno il film filerebbe meglio.

Il film inizia benissimo. Troviamo tutti i cinque protagonisti nel loro ambiente naturale, il Circo Mezza Piotta. Sono Israel, Giorgio Tirabassi, Fulvio l’uomo lupo, interpretato da Claudio Santamaria, Cencio il biondo adddomesticatore di insetti, Pietro Castellitto , Mario, Giancarlo Martini, l’uomo calamita, e Matilde la donna elettrica, una sorprendente Aurora Giovinazzo. Durante un bombardamento, perdono tutto, il circo è distrutto, e devono inventarsi qualcosa per andare avanti. Ma siamo a Roma occupata dai tedeschi, e per dei “Mostri” come loro è un momento difficile e pericoloso. L’unica soluzione è andare in America. Mettono insieme tutti i risparmi, che danno a Israel per occuparsi del viaggio. Ma durante una Razzia, Israel viene preso e messo su uno di quei camion che portano alla morte. Vengono arrestati anche Fulvio, Mario e Cencio. L’unica che riesce a scappare è Matilde. Da qui comincia la grande avventura della donna elettrica, quella di trovare Israel, ma prima deve trovare il modo di liberare gli altri. Lo trova assiema ad una strana combriccola, una sorta di Armata Brancaleone capitanata da un calabrese chiamato Il Gobbo interpretato da Max Mazzotta.

Ma liberare i compagni non è cosa facile, perché i Freaks sono anche ricercati da Franz un tedesco che vede e disegna il futuro, e lavora al Circo Tedesco dove è la Star indiscussa. A questo punto il film entra nella parte più “strana”, dove succedono cose impensabili, sorprendenti e anche discutibili. Il film perde la poesia iniziale ed entra in un mondo visionario e caotico,soprattutto per la lunghezza di alcune scene. Il film è stato girato tra Viterbo, le prime scene, Roma, e l’ultima parte in Sila, l’altopiano Calabrese. Purtroppo le scene girate in Sila sono tutte notturne, e quindi non ne mostra le bellezze naturali, e si riferiscono al viaggio in treno dei deportati, e della lunga battaglia finale ricca di effetti speciali.

Il film è ben diretto da Gabriele Mainetti, non mi meraviglierei un suo viaggio oltreoceano, che lo ha anche scritto e sceneggiato, oltre a curare anche le musiche, assieme a Nicola Guaglianone sceneggiatore di film come Benedetta Follia di Carlo Verdone. Ha sceneggiato anche Indivisibili, la storia di due gemelle siamesi, con un grande talento per il canto, è vengono osteggiate dai familiari che non vogliono che le gemelle vengano divise. Nel film ci sono molti riferimenti ad altri film. A cominciare da Fulvio l’uomo lupo, praticamente il gemello scuro di Chewbacca di Guerre Stellari, mentre la donna barbuta richiama moltissimo quella di Annie Girardot nel film di Marco Ferreri, La Donna Scimmia. Gli insetti di Cencio, bellissima la scena quando ammaestra le lucciole, ricordano quelli de Il Miglio Verde. Le scenografie del Circo Tedesco rimandano a quelle di The Greatest Showman, film che vinse Golde Globe e Oscar con la canzone This is Me cantata da una Freak, la donna barbuta. Anche Mario, l’uomo calamita sembra uscito da i Clown di Fellini,che non è un nano come scritto nella trama, ma è soltanto un uomo non alto, con attributi da far impallidire Rocco Siffredi. VOTO 6/5

Salvatore Caracciolo
Salvatore Caracciolohttps://www.casacaracciolo.it
Un Blog a 70 anni? Chissà quante persone si faranno questa domanda. Chi si crede di essere, diranno altri. Che presuntuoso, diranno in coro alcuni. Tranquilli, dico a tutti, non racconterò nulla, e non dirò niente su tante cose, anche se ne avrei da raccontare su molti. Continua

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